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Digitalizzazione del Belpaese: a che punto siamo?

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Da qualche anno ormai la Rivoluzione Digitale ci ha travolto e colto impreparati. Le modalità di fare comuncazione sono completamente cambiate e avere un profilo digitale non è più un surplus, bensì qualcosa della quale non si può fare a meno. Oggi un business privo di identità sui social media non ha pochissime chanche di successo: il social media marketing è diventato parte fondamentale della strategia di marketing di qualunque impresa o libero professionista che sia. Ed è per questo che sempre di più sono le imprese che si affidano ai servizi degli esperti dell’economia digitale, programmatori, sviluppatori di applicazioni e web designer che oggi formano la classe dei freelance dell’Information Technology.

Le piccole e medie imprese, forza motrice per eccellenza dell’Economia del Belpaese, sembrano aver davvero compreso la portata di questa rivoluzione digitale ed è così che oggi chiedono a gran voce l’impegno del Governo, per favorire la digitalizzazione del paese. Proprio poche settimane fa, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha annunciato una serie di misure finalizzate alla creazione di un forte profilo digitale del Belpaese, dove ad esempio la percentuale di utenti online è di gran lunga inferiore alla media europea con un 50% contro il 68%. Le misure annunciate sono la Task force per il sostegno all’Italia dell’innovazione e il pacchetto Digitalia, la cui missione è porre rimedio al gap tra l’Italia così com’è oggi e l’Italia  Digitale che vorremmo.

 Tuttavia uno degli ostacoli maggiori alla digitalizzazione del paese è sicuramente la banda larga insufficiente: sembra infatti che, tanto per fare un esempio, proprio in  il Veneto, seconda locomotiva d’Italia, il 22% delle aziende non abbia accesso neanche all’Adsl a 2 Megabit. Le imprese dei distretti industriali inoltre sono nella maggior parte dei casi più lontane dalle centrali telefoniche essendo situate lontano dai centri abitati: il risultato è che proprio le imprese, per le quali oggi l’accesso ad Internet veloce è fondamentale, possono contare solo su una connessione molto debole. Le Pmi italiane che hanno sempre fatto la loro fortuna con l’export del made in italy, non possono permettersi di rimanere indietro considerando il fatto che oggi l’export si fa solo online e le relazioni con partners, fornitori e clienti sono sempre di più di natura digitale.

Oggi, con la crisi alle spalle (o quasi) è il momento di prendere al volo le occasioni e le opportunità emerse durante il periodo di stagnazione: l’investimento in IT oggi  non può che essere il protagonista principale della ripresa italiana e sarà meglio che tutti lo capiscano in fretta.

Autrice : Giovanna Avino web writer della piattaforma di lavoro online twago

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